Film e quadri, le scene più belle ispirate a opere d’arte

Il cinema tra ispirazione da molto, ma anche dalle opere d’arte dei più famosi artisti conosciuti: questi film ne sono un esempio

Il cinema, spesso definito la settima arte, ha la straordinaria capacità di unire e omaggiare le altre espressioni artistiche che lo hanno preceduto. In un affascinante intreccio di architettura, musica, pittura, scultura, poesia e danza, il cinema emerge come un medium completo e poliedrico. Celebrando le sue “sorelle” artistiche, alcuni registi si sono distinti per l’abilità di incorporare opere d’arte nelle proprie creazioni cinematografiche.

Vediamo un po’ più nel dettaglio le opere d’arte citate in relazione ai film menzionati:

“Relativity” di M.C. Escher (1953): Questa opera è una delle più iconiche di Escher. Mostra una serie di scale impossibili e oggetti che sembrano gravitare in direzioni non convenzionali. Hwang Dong-hyuk, regista di “Squid Game“, ha dichiarato di essersi ispirato a questa opera per creare l’effetto di disorientamento e confusione nelle scene delle scale nella sua serie televisiva.

“La ronda dei carcerati” di Vincent Van Gogh (1890): Stanley Kubrick, nel suo film “Arancia meccanica“, ha tratto ispirazione da questa opera di Van Gogh per la celebre scena dei prigionieri. Il dipinto di Van Gogh mostra figure simili a prigionieri in un ambiente cupo, che ha fornito un’ispirazione visiva per la scena cinematografica.

“Venere di Milo” di Alessandro d’Antiochia (130 a.C.): Nel film “The Dreamers – I Sognatori” di Bernardo Bertolucci, c’è una scena in cui l’attrice Eva Green appare sensualmente, richiamando il famoso dipinto “Venere di Milo”. La scena riflette l’estetica e la sensualità associata a quest’opera d’arte classica.

“House by a Railroad” di Edward Hopper (1925): Alfred Hitchcock, nel film “Psycho“, si è ispirato alle opere di Hopper. “House by a Railroad” potrebbe aver influenzato la creazione delle scenografie e degli edifici nel film, contribuendo a creare un’atmosfera inquietante e gotica.

“Autoritratto con pelliccia” di Albrecht Dürer (1500): Nel film “Dracula di Bram Stoker” di Francis Ford Coppola, c’è un ritratto di Dracula giovane nel suo castello che ricorda l’opera di Dürer. Questo autoritratto è stato utilizzato per aggiungere un tocco di realismo e storia al personaggio di Dracula.

“La colonna rotta” di Frida Kahlo (1944): Nel film “Il quinto elemento” di Luc Besson, c’è un richiamo visivo al dipinto di Frida Kahlo. Questo connubio tra il film di fantascienza e l’arte surrealista di Kahlo aggiunge un elemento interessante alla trama e al design del film.

La morte di Marat (1793) di Jacques-Louis David raffigura la figura di Jean-Paul Marat, uno dei leader della Rivoluzione Francese, assassinato nella sua vasca da bagno. La scena è intensa e drammatica, con un uso magistrale della luce e delle ombre. Nel film, “A proposito di Schmidt” il regista omaggia questa composizione attraverso una scena che richiama sia visivamente che emotivamente il capolavoro di David.

Ultima Cena (1494-1498), Leonardo da Vinci: Leonardo da Vinci ha creato uno dei dipinti più celebri della storia, raffigurante l’ultima cena di Gesù con i suoi discepoli. Nel film “Vizio di Forma,” Paul Thomas Anderson evoca questa maestosa opera d’arte in una scena che richiama la disposizione e l’intensità emotiva della celebre Ultima Cena.

Il bacio (1907-1908), Gustav Klimt: Gustav Klimt è famoso per i suoi dipinti ornamentali e simbolici. In “Shutter Island,” Martin Scorsese si ispira a “Il bacio” di Klimt, creando una scena che evoca l’atmosfera sensuale e enigmatica dell’opera d’arte.

Architecture au clair de lune (1956), René Magritte: René Magritte, noto per le sue rappresentazioni surreali, dipinge “Architecture au clair de lune” con il cielo notturno come sfondo di strutture architettoniche. Nel film, “The Truman Show”, questa opera d’arte viene richiamata per sottolineare il tema dell’artificialità e della realtà distorta nell’universo del protagonista Truman.

Il mondo di Christina” (Andrew Wyeth, 1948): Nel film “Forrest Gump”, la narrazione incentrata sulla vita di Forrest si intreccia con la storia americana. La descrizione di colori cupi e ambienti scarni ricorda l’opera di Andrew Wyeth, “Il mondo di Christina”. Quest’opera rappresenta una donna immersa nei suoi pensieri, e potrebbe essere un richiamo al tono drammatico e riflessivo del film.

La barca di Dante (1822), Eugène Delacroix: “La barca di Dante” di Delacroix rappresenta la traversata del fiume Acheronte nel poema epico “La Divina Commedia” di Dante Alighieri. In “La casa di Jack”, Lars von Trier ricrea visivamente la potenza e la drammaticità di questa opera, incanalando l’essenza del viaggio attraverso mondi oscuri e complessi.

ophelia millais
https://upload.wikimedia.org/wikipedia/commons/9/94/John_Everett_Millais_-_Ophelia_-_Google_Art_Project.jpg

 

Ophelia (1851-1852), John Everett Millais: Lars von Trier, nel suo dramma apocalittico Melancholia, si collega all’iconica rappresentazione di Ophelia di John Everett Millais. Questa connessione visiva contribuisce a sottolineare il tema della desolazione e della fine del mondo, sottolineando la fragilità umana.

Saturno che divora i suoi figli (1821-1823), Francisco Goya – L’uomo pallido, mostruosa creazione del regista messicano Guillermo Del Toro per il suo capolavoro “Il Labirinto del Fauno”, sembra essere tratto direttamente dal dipinto.

La passeggiata (Camille Monet con il figlio Jean sulla collina) (1875), Claude Monet – Il regista De Wilde si ispira all’opera di Monet in una scena di “Emma” del 2020, offrendo un tocco visivo di grande raffinatezza.

Sulla città (Marc Chagall, 1918): Il film “Sexy Beast” di Jonathan Glazer può avere richiami visivi a “Sulla città” di Marc Chagall. Questo dipinto surrealista potrebbe riflettere il tono stravagante e fuori dagli schemi del film, aggiungendo un elemento di sorpresa e creatività alla narrazione.

I misteri dell’orizzonte” (René Magritte, 1955): La connessione tra “Trainspotting” e l’opera di René Magritte, “I misteri dell’orizzonte”, può suggerire una riflessione sulla percezione della realtà. Magritte spesso sfidava la prospettiva e l’interpretazione, temi che potrebbero riverberarsi nel film di Danny Boyle, noto per il suo stile distintivo.

“Autoritratto” (Francis Bacon, 1973): Il legame tra “Elephant Man” e l’opera di Francis Bacon, “Autoritratto”, potrebbe suggerire un’esplorazione della deformità e della condizione umana. Entrambi gli artisti, nel loro rispettivo medium, affrontano l’oscurità e la complessità della vita.

Incubo (1781), Johann Heinrich Füssli:  Johann Heinrich Füssli, con il suo dipinto “Incubo,” ha dato vita a una delle rappresentazioni più iconiche del terrore notturno. James Whale, nel portare Frankenstein sul grande schermo, si ispira a questa opera per catturare l’essenza del macabro e dell’orrorifico, elemento centrale nel suo adattamento cinematografico del classico di Mary Shelley.

Georgette Magritte (1934), René Magritte: Giuseppe Tornatore, nel suo film sensuale e drammatico, attinge al misterioso mondo di René Magritte. “Malèna” esplora la bellezza e la tragedia attraverso gli occhi del protagonista, richiamando il surrealismo di Magritte.

Bonaparte valica il Gran San Bernardo (1801), Jacques-Louis David: Sofia Coppola, nel suo ritratto di Maria Antonietta, incorpora l’estetica dell’arte neoclassica di Jacques-Louis David. L’opera “Bonaparte valica il Gran San Bernardo” diventa un riferimento visivo, enfatizzando il legame tra potere politico e simbolismo visivo nella rappresentazione cinematografica della monarchia francese.

Può interessarti anche: “Chi è Yayoi Kusama, l’artista che ha fatto sold out a Bergamo”

Impostazioni privacy