Kandinskij, le 3 opere per avvicinarsi al pittore russo

Le 3 opere più rappresentative dello stile pittorico del pittore russo Vasilij Kandinskij, i quadri più iconici che bisogna assolutamente conoscere

Kandinskij è uno dei pittori più importanti del Novecento. La sua arte astratta ha rivoluzionato il mondo della pittura, aprendo nuove prospettive e rompendo con la tradizione figurativa del passato. Per avvicinarsi a questo grande artista russo, è necessario conoscere le sue opere più significative.

In questo articolo, esploreremo alcune delle opere di Kandinskij che meglio rappresentano il suo stile e la sua visione artistica.

Kandinskij, la vita e l’astrattismo

Vasilij Kandinskij, meglio noto come Wassily Kandinsky, nacque nella città di Mosca nel dicembre 1866. Figlio di un agiato mercante di tè, da bambino cominciò a viaggiare assieme alla sua famiglia.

I luoghi visitati rimanevano vividi nella sua mente e nel suo cuore, colorati da un’emozione cromatica. Kandinsky raccontava che i suoi primi ricordi erano legati ai colori: «I colori che per primi mi colpirono furono il verde brillante e fresco, il bianco, il rosso carminio, il nero e l’ocra gialla. Avevo solo tre anni. Quei colori erano legati a oggetti che non ricordo più con precisione, ma i colori rimangono nella mia memoria».

Violett, by Vasily Violett, by Vasily Kandinsky, 1923, 1923
Foto | The Everett Collection @Canva – mostradante.it

L’astrattismo

L’approccio innovativo noto come astrattismo ha inizio attraverso l’influenza stilistica e artistica del breve periodo artistico instaurato da Franz Marc, Kandinskij e Javlenskij del Der Blaue Reiter (Il cavaliere azzurro).

Questo movimento culminerà nell’astrazione totale dell’immagine, con l’arte che assume una natura geometrica. Nonostante ciò, l’astrattismo verrà interpretato in diverso modi: talvolta sarà caratterizzato da una forte enfasi sulla geometria, altre volte avrà una tendenza più figurativa.

Kandinskij, per esempio, inizierà con un’immagine molta espressionista e divisionista, dove il colore è l’elemento centrale, e successivamente passa a un’interpretazione geometrica dell’immagine in una forma lirica e poetica.

Le due figure di Kandinskij e Javlenskij, uniti dalla stessa visione, rappresentano la progressione naturale di ciò che fino ad allora è stato definito in ambito artistico. Questa evoluzione pone l’accento sull’elemento cromatico, e lo porta al centro della scena artistica, a seguito delle fondamenta poste dagli stili artistici precedenti. Questo è legato alla percezione e alla necessaria riflessione sull’arte stessa e sulla sua rappresentazione, sul concetto dell’arte in quanto mimesis, come rappresentazione della realtà. Vi è infatti una transizione dall’impressionismo, che rappresenta il mondo reale attraverso l’esperienza emozionale del colore, alle avanguardie, iniziando con la de-costruzione dell’immagine attraverso il cubismo.

Ciò che emerge in questi periodi è un dialogo volto a degradare l’iconografia e viene approcciato in maniera completamente unica da tutte le avanguardie: nell’astrattismo, ritroviamo il colore che, essendo espressivo, assume un significato simbolico e interpreta la realtà in modo dl tutto soggettivo.

Le opere più rappresentative di Kandinskij

Primo acquarello astratto, 1913

L’opera, retrodata dall’artista stesso al 1910, vuole rimandare al periodo della prima concezione dell’Astrattismo. Questo acquerello si discosta da ogni elementi figurativo per diventare un esplosione di pure forme e colori, svincolati da qualsiasi intento di imitazione.

Le macchie non presentano confini o limitazioni, lasciando spazio a una varietà infinita di forme e sfumature. L’uso dell’acquerello favorisce l’artista, essendo capace di trasmettere una certa leggerezza e di generare infinite gradazioni e sfumature con un solo tocco di pennello.

Il pittore, liberando la sua fantasia, mira a stabilire un collegamento con l’anima dell’osservatore, permettendo all’opera stessa di comunicare. L’analogia più appropriata per le opere astratte di Kandinsky risiede nella musica, l’unica tra tutte le arti, capace di toccare direttamente l’anima in maniera pura, che non ha bisogno di nulla per espandersi e propagarsi ad eccezione dell’aria, ma che non nasce mai da un’improvvisazione sprovveduta e inconsapevole.

Impressione III, Concerto

La passione per la musica ha sempre convissuto con l’interesse per la pittura in Kandinsky. A partire dal 1911, questa connessione si intensifica, dopo che l’artista assiste a un concerto del compositore austriaco Arnold Schönberg. L’intensità delle emozioni che prova in quella circostanza lo spinge a catturarle in una tela.

Nel quadro, il triangolo oscuro del pianoforte è circondato da un giallo esplosivo che si espande nell’auditorio rappresentando la musica, le emozioni trasmesse da essa che coinvolgono i presenti. Le figure delle persone sono vagamente delineate da pennellate e macchie di colore: l’onda sonora colpisce gli ascoltatori i quali inviano al suonatore le sensazioni provate.

Kandinsky scrive immediatamente una lettera al compositore dando inizio a una costante corrispondenza e una fervida collaborazione. Per l’artista, Schönberg, attraverso i suoi contrasti, ha intrapreso un nuovo percorso nel quale la musica si allontana dalle regole accademiche, così facendo il suono prodotto  mostra tutta la sua potenza espressiva, ed è esattamente ciò che lui mira a realizzare in pittura.

La pittura, come la musica, ha il compito di evocare sentimenti, stimolando le emozioni più profonde. Per soddisfare questo scopo, deve divenire sempre più simile ad essa: incorporea, intatta e allo stesso tempo energica, con l’abilità di toccare sfumature di emozioni come nessun’altra forma d’arte riesce a fare. Solo svincolandosi dall’immagine esterna, si può raggiungere a raggiungere l’essenza e l’anima di qualcosa, questo è il pensiero alla base dell’astrattismo di Kandinsky.

Alcuni cerchi, 1926

Su uno sfondo nero, si vedono vari cerchi colorati che galleggiano liberamente su una tela quadrata, indicativo, come suggerisce Kandinsky, di “un silenzio eterno che riecheggia in noi”, rappresentando le parti oscure e misteriose dell’anima, oltre che le profondità inesplorate dell’universo. L’opera evoca idee di pianeti e costellazioni, con un bianco alone attorno ad un grande cerchio blu che emana un fascino simile a quello di un’eclissi lunare.

Il cerchio, il simbolo Kandinsky 

Dopo questo punto della carriera artistica di Kandinsky, il cerchio diventa preponderante nei suoi lavori poiché “simboleggia un connessione cosmica” e offre una varietà di possibilità espressive ed emotive. Il cerchio infatti viene visto come un elemento che può rappresentare serenità, semplicità e tranquillità ma allo stesso tempo eleganza e movimento. I cerchi nelle opere di Kandinsky iniziano a sovrapporsi senza mai scontrarsi in modo violento, gli incontri creano sfumature delicate e forme che assomigliano, ancora una volta, alle note musicali che creano nuove sinfonie sulla tela così come sugli spartiti.

 

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