Chi era Carl Andre, maestro del minimalismo

La sua carriera artistica ci ha lasciato più di 2000 sculture e poesie, per questo artista che si definiva un materialista

Carl Andre, una delle figure iconiche dell’arte contemporanea e uno dei protagonisti del movimento Minimalista statunitense, si è spento il 24 gennaio all’età di 88 anni in un ospizio a Manhattan. La notizia della sua scomparsa è stata confermata dalla Paula Cooper Gallery di New York, città che ha fornito il contesto fertile per gran parte della sua carriera artistica. La sua influenza e il suo impatto sulla scultura e sulla poesia contemporanea sono indiscutibili, caratterizzati da un’approfondita esplorazione dei materiali industriali e da una concezione innovativa del linguaggio artistico.

Percorso artistico

Nato a Quincy, negli Stati Uniti, nel 1935, Carl Andre ha avuto un’iniziale formazione artistica alla Phillips Academy di Andover, seguita da esperienze cruciali a Londra e nel servizio militare. Il suo trasferimento a New York nel 1957 ha rappresentato un momento chiave, consentendogli di entrare in contatto con importanti figure artistiche dell’epoca, tra cui Constantin Brâncuși e Frank Stella. La sua poetica distintiva ha preso forma negli anni ’60, influenzata dagli incontri con artisti come Hollis Frampton, oltre che da viaggi che includevano una visita a Stonehenge. Utilizzando materiali come metalli, granito, legno e mattoni, spesso disposti direttamente a terra, Andre ha creato composizioni geometriche e minimaliste. Pur essendo comunemente associato al movimento minimalista, egli stesso preferiva definirsi un materialista. L’artista, anziché cercare di rappresentare valori intellettuali o spirituali, focalizza la sua attenzione sulla forma pura e la geometria immediata. Ciò si traduce nella creazione di opere organizzate attraverso la ripetizione seriale di elementi modulari. Andre utilizza materiali provenienti dalla produzione industriale o dalla natura, rivelando le loro caratteristiche intrinseche senza apportare alcuna alterazione. Una caratteristica distintiva della pratica artistica di Andre è la disposizione orizzontale delle sue sculture. Questa scelta mira a minimizzare l’impatto sull’architettura e sull’identità del luogo in cui le opere vengono installate. Mentre la scultura tradizionale spesso si erge verticalmente, assumendo forme antropomorfe, le opere di Andre si integrano nello spazio orizzontale, diventando parte integrante dell’ambiente circostante. Il lavoro di Andre sfida il concetto di dettaglio superfluo, consentendo agli osservatori di interagire direttamente con le opere, spesso in modo fisico. Questo approccio minimalista è evidente in opere come “25 Aluminium Square” del 1968, composta da venticinque quadrati in alluminio. Senza connessioni stabili, questa composizione può essere calpestata come una porzione di pavimento, invitando gli spettatori a sperimentare le qualità del metallo in modo tangibile.

carl andre opere
EPA/ETIENNE LAURENT

 

Il contributo di Andre al mondo dell’arte si è manifestato attraverso oltre 2000 sculture e altrettante poesie, che hanno ridefinito i confini della scultura minimalista. Opere come “Equivalent VIII” (1972), composta da 120 mattoni, sono diventate iconiche, anche se non prive di controversie. La Tate Gallery di Londra ha acquisito un’opera di Andre nel 1972, sottolineando il riconoscimento delle istituzioni artistiche internazionali.

La tragedia di Ana Mendieta

La vita di Carl Andre è stata drammaticamente intrecciata a quella di Ana Mendieta, un’artista cubana. Il matrimonio nel 1985 è stato seguito, nel 1985, dalla morte di Mendieta a 36 anni, che è caduta dalla finestra dell’appartamento al 34esimo piano del Greenwich Village di Andre. Le circostanze hanno portato a un’accusa di omicidio di secondo grado nel 1979, ma Andre è stato assolto nel 1988 in un processo senza giuria. Questo evento ha contribuito a creare una narrazione controversa intorno alla figura di Andre poiché l’evento ha continuato a dividere il mondo dell’arte. Nonostante un periodo di allontanamento dalle gallerie e dai musei in seguito allo scandalo, Carl Andre è rimasto attivo nell’ambiente artistico per molti anni successivi.

Influenza e proteste

Carl Andre è stato riconosciuto come uno degli artisti più influenti della seconda metà del Novecento, ma la sua eredità è stata spesso accompagnata da polemiche e proteste. Nel 2015, una retrospettiva alla Dia Art Foundation è stata segnata da una protesta in cui gli artisti hanno attraversato la mostra piangendo. Nel 2017, all’inaugurazione di una sua mostra al MOCA di Los Angeles, sono emerse domande sulla scomparsa di Ana Mendieta.

Carl Andre, con la sua aderenza al Minimalismo e la sua esplorazione della forma e della geometria, invita gli spettatori a una nuova comprensione dell’arte. La sua pratica, svincolata da sovrastrutture concettuali, celebra la bellezza dei materiali e la loro relazione con lo spazio, aprendo nuovi orizzonti di percezione estetica e stimolando una riflessione approfondita sulla natura stessa dell’arte. Nonostante le controversie personali, la contribuzione di Carl Andre alla scultura minimalista e alla poesia visiva resta un capitolo significativo nella storia dell’arte contemporanea, testimoniando la sua ricerca incessante dell’essenzialità e della chiarezza espressiva. La sua vita e le sue opere continuano a suscitare riflessioni approfondite sulla relazione tra arte, vita personale e dibattito pubblico.

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